In un periodo di forti pressioni esterne ritrovare e raggiungere una performance sostenibile è un grande traguardo. Abbiamo provato a farlo attraverso il forest bathing e la mindfulness due delle pratiche che ritroviamo nel Metodo Bertoli.

Proprio per raggiungere questo traguardo, dal Parco del Respiro di Fai Della Paganella in Trentino, celebriamo il primo giorno di primavera, che porta armonia ed equilibrio e simboleggia un momento di cambiamento e nuovo inizio e che, se vissuto immersi nella natura, arricchisce il benessere interiore dandoci l’opportunità di essere il meglio di noi stessi con lucidità e calma nonostante le difficoltà di questo momento.

La Primavera è un momento dove i nostri sensi si risvegliano.
Iniziamo a sentire profumi, a vedere colori e, rispetto all’inverno in cui le notti sono più lunghe del giorno, è un momento che può portarci maggior equilibrio e ci può aiutare a ritrovarci anche in un periodo complicato come questo che ha comportato un cambiamento dirompente nelle nostre vite. Il bosco ci viene incontro, è un luogo sacro dove c’è pace. La pace del risveglio della luce, la pace intesa come felicità, quando siamo in questo stato riusciamo a contattare la nostra anima e ci sentiamo bene. Grazie anche alla tecnica del Forest Bathing o bagno di foresta – nato in Giappone – ci viene evidenziato come nel bosco ci siano energie che ci aiutano ad evolvere e l’evoluzione è una delle leggi della vita, per essere il meglio di noi stessi.

Grazie alla mia esperienza di sportivo, dove ho raggiunto grandi obiettivi, ho sempre cercato l’eccellenza e la miglior performance sia in me stesso che nel gioco di squadra, ricercando il meglio di noi stessi che dipende soprattutto dal prenderci cura di noi stessi. 

Uno dei temi che culturalmente è poco compreso, addirittura colpevolizzato, sta nell’importanza dell’individuo, che è sempre fondamentale, e nel gioco di squadra.
Prima viene l’individuo che ha la responsabilità di essere il meglio di se stesso, poi viene la squadra, ed ogni individuo che prima di ogni cosa ha la responsabilità di essere il meglio di se stesso vale a dire raggiungere la miglior prestazione o performance possibile.

Il bosco è un luogo che facilita il contatto con noi stessi per poter lavorare al meglio sui tre tempi fondamentali della prestazione che sono:

  • Riflettere sul passato perché ci insegna in modo propositivo, cioè del passato devo prendere quello che ho imparato consapevoli che il passato è storia;
  • Il futuro parte importante della nostra vita perché legata l’obiettivo e alla motivazione, ma il futuro è un mistero e questo oggi produce sofferenza perché può creare ansia;
  • stare nel momento presente affrontando quello che c’è nel qui ed ora.

Nel bosco ritroviamo il presente

Nel bosco troviamo il presente, questo parco si chiama “Parco del Respiro” e fare un respiro significa calmare la mente “che mente” e che produce tanti pensieri spazzatura, pensieri inutili che diventano per noi interferenze e ci impediscono di essere il meglio di noi stessi. Nel bosco entriamo anche noi nel ritmo della natura che ci conduce nel presente – present/regalo –  ed è questo il dono che ci fa la vita ed il bosco. Il regno vegetale è molto più saggio di noi, è nato 200 milioni di anni fa e noi umani 300 mila anni fa, siamo come dei neonati rispetto al mondo vegetale che si è saputo organizzato alla perfezione.
Qui siamo in un bosco di abeti, vicini tra loro per proteggersi vicendevolmente, hanno imparato a sopravvivere alla natura, sanno comunicare tra di loro e sanno bene cosa gli serve. 

Nostro riferimento e amico per imparare a rimanere nel momento presente, è il nostro corpo con 50 mila miliardi di cellule che lavorano sempre, sono una squadra fantastica e grazie a respiri profondi di pancia che fanno muovere il diaframma che è collegato grazie al nervo vago al nostro cervello,  automaticamente ci calmiamo. La calma si sa è la virtù dei forti e ci porta maggior lucidità, evitando di farci entrare in stati d’animo come la rabbia, la frustrazione che ci fanno perdere lucidità. Se potete e ne avete la possibilità provate ad andare in un bosco ed entrateci con la consapevolezza di volervi godere voi stessi  immersi e diventando parte della natura stessa. 

Il nostro corpo è natura, il 70% è fatto di acqua e l’acqua viene da Madre Terra, l’aria del bosco grazie alla sintesi clorofilliana è più pura rispetto a quella che respiriamo in città ed il respiro è il più importante nutrimento, possiamo stare anche per una settimana senza mangiare e bere ma non più di pochi minuti senza respirare, in realtà il respiro è il nutrimento più importante in assoluto ed avere un aria fresca e pulita come qui in questo bosco è un grande privilegio e dobbiamo averne consapevolezza. 

E’ una fortuna avere i boschi perché una delle soluzioni più grandi al riscaldamento globale sono le piante, il valore degli alberi non lo capiamo fino in fondo e ci sono tanti studi che dimostrano il benessere che riceviamo rimanendo in un bosco. 

Una delle tecniche che utilizzo anche nella formazione che svolgo nel bosco è la meditazione camminata, camminare portando attenzione all’espirazione e inspirazione mentre facciamo i passi, questa attenzione consapevole automaticamente ci porta a ridurre i pensieri che ci disturbano ed a trovare serenità e pace che significano anche efficacia ed efficienza perché per essere il meglio di noi stessi. 

Dobbiamo partire dal nostro corpo, dal respiro che è l’atto fisiologico dove possiamo intervenire in modo volontario e semplice per osservare i nostri pensieri e diventarne consapevoli cosicché possiamo essere noi i loro padroni e non loro padroni di noi.

Il risveglio di noi stessi

Altra parola chiave è il risveglio di noi stessi altrimenti viviamo da non consapevoli, ci passano le giornate, i momenti senza che li viviamo realmente. Anche per questo quando potete entrate in un bosco, magari in solitudine per ritrovare voi stessi e con la natura fondervi e diventare un’unica entità, perché noi siamo un’unica entità con tutto ciò che ci circonda.

Noi siamo quello che mangiamo, che beviamo, che riposiamo, che ci muoviamo e quello che respiriamo in modo che lavorando su noi stessi, possiamo essere il meglio di noi, perché siamo già bravi dobbiamo solo imparare a tirar fuori tutto il bravo che già siamo. Questo è il coaching ed è quello che applico con le persone con le quali lavoro utilizzando il Metodo Bertoli in modalità maieutica che vuol dire tirar fuori da noi il meglio che noi già siamo. Ho giocato ad altissimi livelli per tanti anni e quando andavo in campo la mia sfida non era diventare più bravo ma essere tutto il bravo che già ero e proprio questa è la sfida di ognuno di noi ogni mattina quando ci alziamo dal letto. Voler essere il meglio di se stessi, non con presunzione ma osservando i nostri pensieri respirando con consapevolezza accettando la sfida che è bene riconoscere e ponderare. Quando parliamo spesso diciamo di diventare “bravi”, ma dentro di noi in realtà abbiamo già tutto, va solo tirato fuori, come formatore e Mental Coach incontro persone che sono molto più brave a riconoscere i propri difetti di quanto non lo siano nel riconoscere le proprie qualità. In realtà le qualità sono molto più importanti e vanno riconosciute e allenate, proprio con il coaching tiro fuori da me il meglio che io sono e poi ribalto la stessa sfida nella relazione con il mio prossimo, perché dai miei figli voglio tirar fuori il meglio di quello c’è prendendomi cura di quelle che sono le loro qualità e motivarli, anche perché così attiviamo la motivazione che è la più grande energia della vita.

Credere in noi stessi è importante come avere fiducia nel domani che conquistiamo stando oggi nella calma e nella concentrazione per dare il meglio di noi, consapevoli che l’energia più potente dell’essere umano è l’Amore nel lavoro, come nella relazione e l’Amore o passione fanno fluire il massimo della nostra energia affinché la nostra performance sia la migliore possibile. Abbiamo bisogno di avere fiducia in noi ed è cosi che ci stiamo dicendo che valiamo, e solo da qui possiamo dare il meglio di quello che siamo. La vera sfida di tutta la nostra vita è riuscire a dire: “mi amo così come sono” in modo incondizionato,  questo è il punto di partenza per poi impegnarmi ala massimo e dare il meglio di me. 

L’amore per noi stessi viene prima di tutto: amiamoci come siamo, amiamo la natura intorno a noi e prendiamoci cura di noi stessi e del nostro respiro.
Dove farlo al meglio se non in un bosco immersi nella natura oppure qui nel Parco del Respiro di Fai della Paganella in Trentino?

Grazie e buona primavera a tutti.