Vieni SCONFITTO più volte, nelle finali in campo, nelle vendite importanti del tuo lavoro, nei colloqui per un impiego!
Ti mettono l’etichetta del perdente, del “coniglio” o del “fifone” come successe a Lendl dopo quattro finali consecutive perse, o come successe a me dopo tre finali scudetto consecutive perse da giocatore negli anni ’80 e lo vissi veramente male.
Come convivere con questo stato mentale e trovare dentro noi stessi la forza per CREDERE E AVERE FIDUCIA nel buon esito del prossimo incontro?
Mi ha ispirato questo pezzo, la sfida che in cinque giorni vivrà nella pallavolo la Lube Civitanova, stasera in finale scudetto e domenica in finale di Champions dopo 7 finali perse consecutivamente.
“Conta molto la testa” ha detto De Giorgi in un articolo di giorni fa dove affrontava cercando di spiegare l’approccio che avrà la sua squadra riguardo queste sfide che l’aspettano.
A tutti noi è capitato che le cose siano andate storte per un periodo e sul come reagiamo o troviamo l’energia per uscirne e trovare soluzioni ci affidiamo troppo al caso, a qualche amico, compriamo un libro che ci promette facili e immediati risultati positivi.
Dopo una vita di esperienze vissute dentro e fuori dal campo, da giocatore allenatore e dirigente di Capitale Umano che ricerca l’eccellenza, oltre a una decina d’anni di studio nell’ambito degli schemi mentali che si impadroniscono dei nostri pensieri attraverso il Coaching, l’Inner Game e tanto altro mi sento di affermare che le tante scienze sulle relazioni umane possono supportarci in questo cammino di esseri umani sani, che vogliono migliorare se stessi e la relazione con gli altri. ottenendo gli obiettivi desiderati anche nei momenti più difficili.
Le persone, i leader, gli allenatori, i genitori, fanno la differenza per quello che sono e per quello che sanno trasferire, tenendo sempre presente che ognuno è unico ed il più grande potenziale esistente è in noi.
Come operava il grande Socrate, grazie alla maieutica e alle domande, il maestro, la guida che “sa di non sapere” concorre a far emergere il meglio di noi nella prestazione la quale vive soprattutto del dono del presente e della concentrazione, molto di più che del passato, sconfitte o vittorie che siano state e che sono diventate storia di un’acqua che non macina più.