Numeri e Simboli – Il Labirinto: un viaggio tra scienza, simbolo e coscienza

Nel cuore del pensiero umano, tra numeri e forme, tra calcolo e intuizione, esiste un simbolo antico che attraversa millenni e culture: il labirinto.

Non è solo un disegno geometrico o un oggetto di studio architettonico: è un’esperienza, un percorso vivo, un codice simbolico in cui la matematica incontra la spiritualità, la scienza sfiora il mistero, e la mente razionale si apre al linguaggio dell’anima.

Trovare il proprio centro: questo è il senso del cammino nel labirinto. Ma il centro non si raggiunge in linea retta: lo si cerca, lo si perde, lo si riscopre attraverso un andare che è anche un tornare. È la mappa simbolica della vita stessa: complessa, non lineare, ma perfettamente ordinata nella sua apparente irregolarità.

Nel progetto “Numeri e Simboli”, che condivido con un gruppo di ingegneri e ricercatori del Politecnico di Milano, vogliamo esplorare la concretezza del simbolo: non come idea astratta, ma come strumento di trasformazione personale. Il labirinto, in questa visione, diventa un modello esperienziale: una struttura che aiuta a osservare il proprio pensiero, le scelte, le abitudini mentali.


Un simbolo universale del lavoro interiore.

Il termine labirinto deriva dal latino labor intus, ovvero “lavoro interiore”. Non un enigma da risolvere, ma un processo da attraversare. È un cammino in cui si impara a lasciare andare, a distinguere l’essenziale dal superfluo, a tornare al cuore autentico di sé.

Nella numerologia e nella geometria sacra, il labirinto è legato alla spirale, alla sequenza del tempo ciclico, ai numeri dell’evoluzione. Studiando le sue proporzioni, osserviamo l’eleganza di una logica che rispecchia la mente e l’universo: un linguaggio matematico dell’anima.


Camminare per conoscere, sentire per comprendere.

Durante uno dei miei percorsi formativi, ho vissuto un’esperienza profonda in un labirinto costruito a Verona da Brian Draper. Un viaggio interiore concreto, emotivo, trasformativo. Da allora ho realizzato anche il Labirinto di Stavello, nel cuore dell’Oasi Zegna: un’opera viva, costruita a mano, che riflette la forma del cervello e l’energia della spirale vitale.

Attraversarlo non è solo un esercizio simbolico: è un gesto di consapevolezza. Ogni passo diventa intenzione, ogni curva una domanda, ogni sosta un’opportunità di ascolto.

In un tempo in cui il cambiamento accelera e la complessità aumenta, il labirinto ci ricorda che esiste un centro. E che possiamo trovarlo solo se abbiamo il coraggio di perderci.


Perché proporlo anche a chi lavora con numeri e sistemi?

Perché la mente logica ha sete di simboli tanto quanto l’anima. Perché il metodo scientifico e la ricerca interiore non sono opposti, ma strumenti complementari per accedere a livelli più alti di comprensione. E perché anche l’ingegnere, come l’artista, è un ponte tra forma e significato.

Questo progetto non chiede di “credere”, ma di sperimentare. Di osservare come la dimensione simbolica può aprire nuove intuizioni, sciogliere rigidità, migliorare la qualità delle decisioni e del pensiero.

A chi si mette in cammino nel labirinto – reale o interiore – non si promettono risposte facili. Ma si offre una nuova postura dell’essere: quella del ricercatore che non ha paura del mistero, e che sa che anche il sapere più solido nasce dal dubbio, dal silenzio, dall’ascolto profondo.


Da questo attento ascolto nasce “L’Energia che Sei”: uno stato d’animo, un’intenzione che plasma la qualità delle nostre scelte, per essere il meglio di noi nelle relazioni e azioni.

È il cuore del mio lavoro, anche nel libro omonimo, dove racconto come la consapevolezza e la presenza possano trasformare il nostro modo di vivere.

L’energia che sei, ti cambia la vita.

Ogni cammino – anche quello più simbolico – è un atto di energia incarnata che ti migliora le vibrazioni interiori.